Monte Scindarella

Una solitaria salita dal versante Ovest scavalcando la tonda cima di Montecristo


Escursione molto varia e gratificante, da effettuare possibilmente in primavera quando la strada che sale a Campo Imperatore è ancora chiusa per via della neve che a tratti ostruisce il passaggio dei mezzi a motore. Si ha così modo di immergersi nella magia dell’altopiano e camminare sospesi lunga dorsale sommitale avvolti nel silenzio totale, con la sensazione di avere quest’angolo di Gran Sasso, almeno per un giorno, tutto per noi. Si lascia l’auto in corrispondenza della sbarra che si trova lungo la strada nella località degli ex impianti sciistici di Montecristo e ci sia avvia per un chilometro circa lungo la strada brecciata che lambisce il fontanile di Pietra Guardia; superati un paio di tornanti sulla sinistra si nota l’inizio di un sentiero che si inoltra nei prati in direzione del Montecristo; la traccia ogni tanto si perde ma comunque è molto facile procedere a vista fino a portarsi alla base di questa tondeggiante montagna sui cui fianchi sono disseminati vecchi skilift in stato di avanzato abbandono: un altro “sogno” di sviluppo turistico impossibile per questi nostri Appennini, mal concepito e ben presto finito nell’oblio del fallimento economico, non di meno senza lasciare sul terreno numerose tracce che nessuno verrà mai a rimuovere. Per raggiungere la Sella della Scindarella (dove si intercetterà il sentiero per salire all’omonima cima) si può optare per scavalcare la cima del Montecristo oppure aggirarla sul versante ovest prendendo progressivamente quota: comunque si decida si giunge in breve alla sella che separa la Valle Fredda ad ovest dalla Fossa di Paganica che si distende sul versante opposto. Il sentiero da prendere si individua facilmente e dopo qualche tornante non rimane che seguire i segnavia prendendo progressivamente quota con un lungo traverso che arriva in cresta in corrispondenza della stazione a monte della seggiovia appunto del Monte Scindarella. Lungo la salita il panorama si fa man mano sempre più ampio in direzione della piana dell’Aquila e delle numerose montagne che circondano l’Altopiano delle Rocche, ma il momento più suggestivo è proprio all’approssimarsi della linea di cresta quando la vista si apre d’improvviso verso il Corno Grande e poi sull’intero altopiano di Campo Imperatore fin giù in fondo alla Fonte Vetica: la fatica della salita viene così ampiamente ripagata ed anzi, invero, scompare del tutto alla visione di tanto panorama. L’escursione prosegue percorrendo l’ampia dorsale, prima scendendo ad una sella e poi risalendo fino all’ometto che segna la cima del Monte Scindarella, quota più elevata della giornata; anche da questo punto ottima visuale verso il quadrante orientale del Gran Sasso, in particolare sulle cime innevate del Brancastello, Prena e Camicia. La passeggiata in quota può procedere a piacimento fino a raggiungere l’estrema propaggine ad est (Cima di San Gregorio di Paganica) oppure, volendo accorciare un pò ci si può portare gradualmente per prati sul versante che da sulla Fossa di Paganica per scendere gradualmente verso quest’altro luogo particolarmente interessante proprio in primavera allorquando lo scioglimento delle nevi all’intorno alimenta diversi rivoli e specchi d’acqua disseminati un pò dovunque, mentre il piccolo lago al centro della depressione è colmo d’acqua cristallina. Davvero una bella sensazione starsene seduti sul bordo del fontanile nel mezzo della piana ad osservare gli acquitrini che si muovono lenti e le copiose fioriture di crochi che descrivono ampie nuvole rosa sul terreno ... ed è ancora il silenzio il valore aggiunto nel fare questa escursione in primavera, quando il lungo rettilineo della strada che attraversa la Fossa di Paganica per salire a Campo Imperatore è ancora completamente coperto dalla neve!! Per concludere il giro ci si porta sull’asfalto seguendolo per un breve tratto dopo di che si imbocca una sterrata sulla destra da percorrere sino all’inizio di un sentierino chiaramente indicato da una palina di legno. La traccia è sempre ben individuabile e scende gradatamente per prati regalando begli scorci sul Gran Sasso, senza alcuna difficoltà di orientamento; al termine, compiuto il periplo questa volta alla base del versante a sud del Montecristo, ci si ritrova in corrispondenza della traccia percorsa all’andata. Non riamane quindi che riportarsi sulla strada brecciata che di nuovo costeggia il fontanile ed in breve si è al punto di partenza. Escursione veramente gratificante e con numerosi spunti di interesse oltre che panorami di ampio respiro; come detto il periodo migliore è la primavera quando la neve si è ormai ritirata lasciando il posto a belle fioriture e poi perché la quiete consente di entrare in maggiore sintonia con gli ambienti che si attraversano.